La riuscita nel business è simile al processo di maturazione di un frutto. Occorre il tempo, che lo culla con il suo scorrere, ci vogliono l’acqua e il sole al momento giusto, una pianta sana e radici forti. Il risultato? La dolcezza, un frutto pieno di colore e calore, di solida morbidezza, che sprigiona un profumo inconfondibile, che si spande naturale nell’aria e attira chi gli passi vicino.
La riuscita imprenditoriale, cioè il buon esito della tua impresa, al di là della sua dimensione, è quindi, fuor dalla similitudine, il risultato di un insieme di fattori che hanno a che vedere col tuo modo di essere, di pensare, con la tua formazione umana e culturale, con la tua personalità, la tua predisposizione caratteriale e le tue attitudini. Così come con le tue idee, il tuo talento, le tue intuizioni, la conoscenza maturata di giorno in giorno diventata sapere, la tua creatività, il tuo modo di riflettere, analizzare, realizzare, il tuo modo di comunicare, la tua voglia forte e sincera di agire: sono essenziali per dare forma e per la vita della tua attività. Così come sono doti importantissime la determinazione immensa e incrollabile e il saper vedere e riconoscere le opportunità, le occasioni, dove per occasioni non intendo le casualità che si colgono per casi fortuiti ma l’accadere di eventi, grandi e piccoli, ai quali riconosci e attribuisci particolare rilievo e che interessano, in qualsiasi modo significativo, la tua attività. Opportunità e occasioni che non solo accadono ma che anche tu sai far scaturire. E sarebbe impossibile realizzare un business, un’attività imprenditoriale, senza il desiderio sincero di aiutare gli altri. Il business parte sempre da un problema che vuoi risolvere per il tuo cliente, da un suo desiderio che sai comprendere e rendere realtà: ebbene, lo fai perché hai l’intenzione e la voglia autentiche di aiutare davvero gli altri – nel modo che ti suggerisce il tuo cuore.
La riuscita nel business è quindi frutto di elementi oggettivi e soggettivi. E su questi ultimi vado a concentrarmi col post di oggi.
Fai un’analisi SWOT personale
Pensa al tuo business, quello che hai o quello che costruirai, e fai un’analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) personale.
L’analisi SWOT è stata inventata ed elaborata da Albert Humphrey durante la conduzione, tra gli anni ’60 e ’70 allo Stanford Research Institute, dell’americana Stanford University, di un progetto di ricerca che indagava due aree di interesse: le ragioni del fallimento della pianificazione d’impresa e il come gestire il cambiamento. Sebbene il suo uso più noto sia in ambito aziendale (oggigiorno viene applicata per individuare e cogliere le opportunità di sviluppo e valutare i rischi, così come li abbiamo osservati e percepiti, in particolare per le strategie di marketing e di prodotto) è utilissima anche in ambito personale, in una versione modificata: le opportunità e le minacce non sono riferite all’ambiente esterno, ma a te.
Perciò, prendi carta e penna e analizza quali sono le tue Strengths, le tue Weaknesses, le Opportunities, i Threats, ovvero:
- le tue forze, intese come i tuoi punti di forza e le loro fonti, cioè le tue caratteristiche e risorse uniche e particolari, che ti aiuteranno nel costruire e realizzare il tuo progetto imprenditoriale, ai suoi vari livelli
- le tue debolezze, cioè i tuoi… talloni di Achille, ovvero i tuoi punti e lati deboli: dove, su cosa non sei preparato o preparata ad affrontare un problema, una situazione, un attacco?
- le opportunità che i tuoi punti di forza dischiudono
- le minacce costituite dalle conseguenze delle tue debolezze, delle tue lacune (per esempio, di conoscenze, di saper come decidere, agire o fare…)
Con sincerità e senza nasconderne a te nessuna, elenca le tue caratteristiche e risorse uniche, che possiedi in maniera forte, distintiva e impiegabile. Cosa sai fare con naturalezza e spontaneità? In cosa sei bravo e brava? Quali conoscenze hai? Non trascurare nulla: doti, passioni, inclinazioni, buone e ottime idee.
Guarda poi ai tuoi lati deboli: che cosa ti manca? Hai delle lacune di conoscenza su alcuni aspetti specifici del tuo progetto? Sul come realizzarlo? Fai un piano per colmarle. Tra le minacce includi, oltre agli intoppi ed inceppi che i tuoi punti deboli potrebbero causare, di cosa hai paura, quali sono i tuoi timori e preoccupazioni più grandi. E poi: cosa ti sembra sfugga al tuo controllo?
E ora passa a chiederti come i tuoi punti di forza si trasformano in opportunità per te: cosa possono generare? Quali attività? Cosa vorresti fare con il tuo patrimonio di passione, talento, sapere unico?
La riuscita nel tuo business dipende da questo: da una profonda conoscenza di te, delle tue attitudini e capacità, dai tuoi doni unici, dal modo in cui li vuoi impiegare, assieme a una forte autentica propensione e desiderio imprenditoriali.
Che cos’è il successo?
Se noti, ho usato il termine riuscita a proposito della felice realizzazione del tuo progetto imprenditoriale. L’ho fatto per due ragioni. La prima: il successo è qualcosa che è accaduto. Il sostantivo deriva dal participio passato del verbo succedere. Se da un lato è positivo, perché fa riferimento a una realtà presente oggi che ha richiesto un tempo più o meno lungo di impegno e fatiche per avverarsi, dall’altro il fatto che derivi da un participio passato contiene una sfumatura di chiusura, di un qualcosa che non è detto continui a essere. La seconda: il termine oggi è utilizzato all’inverosimile, fino a perdere quasi di significato, ed è in una larghissima maggioranza di casi e punti di vista riferito al plauso altrui.
Dopo aver visto cosa determina la riuscita di un sogno, di una grande idea, mi (e ti) chiedo allora se il successo che tanto è cercato, per te, sia un qualcosa di chiuso e di esterno. È ciò che le persone pensano di te? Quello che stabiliscono guardando i tuoi profili social (quanti like, follower, post), il come ti vesti, il cosa possiedi, il quanto guadagni? È la realtà per come appare loro – e per come la vedono e interpretano? È qualcosa che “devi” sbandierare al mondo intero ogni volta, o quasi, che parli? È il compiacimento per un selfie? L’ossessione per le vanity metrics dei tuoi profili? Per il quanto hai ottenuto?
Il successo è qualcosa che devi dimostrare agli altri? Magari è una forma di eccentricità? È l’affermare che non sei come gli altri per un dato perché e mentre lo dici sembri esattamente come quegli altri?
E poi, un’altra domanda: perché lo devi misurare? E come? “Ho un grande successo”: rispetto a chi? A cosa? A quali parametri? Non devi dimostrare che sei migliore, più bravo o brava, più felice, con la vita più piena, che hai tutte le possibilità del mondo, rispetto a un criterio, a un canone, perché il successo, prima di tutto, riguarda TE, e il significato particolare e unico che gli attribuisci. È ciò che costituisce la gioia tua personale. A diffondere un atteggiamento di perenne esposizione del successo, c’è, tra le altre, una convinzione errata alla base del personal branding: che essere sé stessi debba essere interpretato come un mostrare quello che si crede rappresenti il successo, perché magari è questo il trend, perché è così che, si sa (ma lo sa chi?), si costruisce il personal brand, quando invece questo atteggiamento e questo modo d’agire celano insicurezza e una più o meno evidente imitazione delle strategie e dei risultati raggiunti altrui, un conformarsi. Se stai imitando il successo di altri, non è il tuo.
Il cliente non compra apparenza. Compra sostanza.
Il successo è un fatto prima di tutto intimo, è un’emozione interiore (che poi traspaia o tu la voglia comunicare, nei modi e tempi che decidi tu, sei sulla giusta strada del vero personal branding – e del vero successo!). Il successo è vedere il proprio sogno realizzato, i propri desideri appagati. È viverli.
È il frutto delle tue idee e del tuo lavoro. È ottenere risultati che vanno oltre le tue stesse aspettative.
È incontrare le persone, i loro desideri, e sorprenderle e renderle felici. È la felicità tua: come diceva il filosofo Blaise Pascal la felicità «è il motivo di tutte le azioni umane». Ti spinge in avanti, senza chiuderti nel passato.
Il successo ma a questo punto è chiaro che preferisco dire la riuscita della tua idea e del tuo progetto si crea superando il timore del rischio, investendo sul futuro, e ascoltando e lasciando scorrere la sorgente della tua felicità autentica, che non dipende – non nasce! – dalle opinioni altrui, ma da te, dalle tue idee e dai tuoi sogni. Riuscire non dipende da misure esterne, dallo sguardo degli altri. Si costruisce iniziando, scoprendo, sperimentando. È decidere di aprire la strada lungo la quale vuoi camminare.